Scipione Bargagli (1540-1612)

Biografia

Intimo amico di Bellisario Bulgarini, con il quale condivise anche la passione per la vita accademica - prima tra gli Accesi e i Ferraioli di Siena, tra il 1558 e il 1570; poi come socio dell'Accademia veneziana seconda dal 1594 e infine ancora a Siena in occasione della riapertura degli Intronati nel 1603 -, la sua variegata produzione letteraria riflette in modo significativo le inclinazioni, le attese e le contraddizioni della generazione che, ancora adolescente al momento dell'assedio e della caduta di Siena nel 1555, si trovò poi erede di tradizioni - politiche, sociali e culturali - che la nuova amministrazione fiorentina in parte avrebbe negato, in parte avrebbe orientato verso modelli diversi. Si prestano a questa lettura le sue due orazioni più letterariamente impegnate, quella Delle lodi dell'Academie e quella In lode dell'Accademia degli 'ntronati. La prima, pronunciata nel 1564, è stampata a Firenze dal Bonetti nel 1569, l'anno successivo al decreto con cui Cosimo I ingiungeva la chiusura di tutte le congregazioni senesi; la seconda è detta durante la celebrazione solenne per il risorgimento degli Intronati, in seguito al via libera alla ripresa delle attività accademiche rilasciato da Ferdinando I nello stesso 1603, e pubblicata in appendice alla raccolta Delle commedie degli Intronati (Siena, Bartolomeo Franceschi, 1611), curata dallo stesso Bargagli insieme al Bulgarini nel quadro di un insieme di iniziative editoriali promosse dai due amici al fine di riproporre una scelta della migliore tradizione letteraria senese. Nell'ottica della rivendicazione di questa tradizione e nel serrato confronto con quella fiorentina si collocano i giovanili resoconti delle "veglie" della Corte dei Ferraioli (pubblicati da Laura Riccò nel 1993), I Trattenimenti (princeps Venezia, Bernardo Giunti, 1587; edizione moderna a cura di Laura Riccò, Roma, Salerno Editrice, 1989: una raccolta di novelle tipiche dei senesi intrattenimenti da veglia, ma inserite sul modello del Decameron nella cornice storica dell'assedio della città), la trattatistica sulle imprese (un dialogo Delle imprese, pubblicato in tre parti tra il 1578 e il 1594, e i due volumi delle Imprese scelte, stampate a Venezia nel 1600 e nel 1610 sotto pseudonimo di Simon Biralli) e una serie di volgarizzamenti, tra cui quello del sesto libro degli Hieroglyphica di Piero Valeriano (edito con il resto dell'opera a Venezia nel 1602). I precoci interessi verso la lingua dell'uso corrente e in particolare verso il volgare nativo, manifestati nella argomentazione del 1570 a favore della voce senese rivercio preferita al fiorentino rovescio, si compongono nella redazione del dialogo Il Turamino ovvero del parlare e dello scrivere sanese, diffuso manoscritto nella primavera del 1600 e dato alle stampe in Siena per Matteo Florimi nel 1602 (edizione moderna a cura di Luca Serianni, Roma, Salerno Editrice, 1976).

Bibliografia

Borsellino 1964; Serianni 1976; Riccò 1985; Manganaro 1987; Riccò 1993; Riccò 1994; Siekiera 1994; Arbizzoni 2002; Riccò 1989;


Elenco delle opere