Orazio Lombardelli (1545-1608)

Biografia

Socio delle accademia degli Umidi di Cortona e degli Intronati di Siena, lettore di umanità presso lo Studio dal 1598 fino alla morte, dopo aver esercitato per anni il mestiere di maestro, Lombardelli trasferì nelle sue opere - tanto in quelle di carattere moralistico-edificante o propriamente pedagogiche quanto in quelle letterarie e linguistiche - il tratto divulgativo e lo stile didascalico che gli venivano dalla lunga pratica dell'insegnamento. Tra le numerose opere didascaliche ricordiamo almeno: De gli uffizii, e costumi de' giovani (Firenze, Marescotti, 1579); Il giovane studente (Venezia, Francesco Uscio, 1594); Aforismi scolastici (Siena, Marchetti, 1603); Della tranquillità dell'animo (Siena, Bonetti, 1574); Della eccellenza; De' conforti da usarsi ne' tempi calamitosi e Le condizioni del vero amico (Firenze, Marescotti, 1578, 1587, 1590). Amico del Tasso col quale intratteneva rapporti epistolari, fu l'unico senese a dedicare un'intera opera alla querelle sulla Gerusalemme (Discorso intorno ai contrasti, che si fanno sopra a Gierusalemme liberata di Torquato Tasso, Ferrara, Vittorio Baldini, 1586) mentre negli stessi anni intesseva un sincero elogio delle Lettere discorsive del Borghesi (ripreso poi nei Fonti toscani) che apertamente criticava la lingua del poema. I Fonti (Firenze, Marescotti, 1598) sono appunto l'opera che meglio rispecchia le posizioni e il carattere manualistico della produzione del Lombardelli, sia per il prevalente andamento classificatorio-definitorio, sia per l'ampiezza che si risolve spesso in superficialità di contenuti e giudizi, sia per l'estraneità del testo a affermazioni estremistiche in materia di modelli linguistici: il moderato toscanismo dell'autore si riflette nel noto adagio «Lingua fiorentina in bocca senese», e tratti senesi ricorrono infatti abbastanza frequentemente nella sua scrittura. Al rapporto tra pronuncia e scrittura sono dedicati i trattati Della pronunzia toscana (Firenze, Eredi Torrentino, 1568) e La difesa del Zeta (Firenze, Marescotti, 1586); fondato sulla relazione tra scrittura e dizione è anche l'originale interesse verso la punteggiatura, che scarsa attenzione aveva ricevuto nelle grammatiche fino a quel momento e alla quale Lombardelli dedica tre trattati: Dei punti e degli accenti, che a i nostri tempi sono in uso (Firenze, Giunti, 1566); L'arte del puntar gli scritti (Siena, Bonetti, 1585; ristampa anastatica, trascrizione e commento in Trattati di fonetica del Cinquecento, a cura di N. Maraschio, Firenze, Accademia della Crusca, 1992) e il compendio Memoriale dell'arte di puntar gli scritti (Verona, G. Discepolo, 1596).

Bibliografia

Weiss 1943; Maraschio 1984; Maraschio 1991; Maraschio 1992a; Maraschio 1992b; Niccoli 1995; Sberlati 2001; De Gregorio 2005;


Elenco delle opere